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venerdì 6 maggio 2011

Il problema non è la veglia, ma il Concordato - da www.metilparaben.it

C'è poco da fare: la Chiesa Cattolica non ammette l'omosessualità.
Ragion per cui, il fatto che la curia di Palermo abbia vietato di celebrare una veglia di preghiera per le vittime dell'omofobia non mi sorprende neanche un po'.
Anzi, vi dirò di più: se la Chiesa fosse quello che dovrebbe essere, ovvero un'aggregazione privata -e quindi autofinanziata- di persone che vogliono seguire tra loro determinate liturgie, la reputerei liberissima di escludere dai loro ranghi non solo i gay, ma anche quelli coi baffi a manubrio, i fumatori di pipa, i ballerini di liscio e i guidatori di utilitarie.
Il problema vero non è che la curia si rifiuti di pregare per gli omosessuali, ma il fatto che essa, in quanto espressione della Chiesa Cattolica, sia titolare di un'indiscutibile rilevanza pubblica -con annessi cospicui finanziamenti di vario genere- che le piove addosso dritta dritta dal Concordato.
Il punto, dunque, mi pare questo: lasciamo pure che le associazioni private escludano chi vogliono loro, ma facciamo in modo che esse rimangano esclusivamente, per l'appunto, private.
Fatela lo stesso, la veglia per le vittime dell'omofobia, anche perché nessuno ha il monopolio della religione, e non credo che qualcuno possa essere definito meno credente solo perché pratica la propria fede al di fuori di questa o di quell'altra organizzazione: però, quando l'avrete fatta, vedete di tornarvene a casa senza dimenticare che il nocciolo della questione è l'abrogazione del Concordato.
Dopodiché, ognuno faccia pure i cazzi suoi.

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