Posted in Taranto by admin | aprile 11th, 2011
di Nino Sangerardi – 11 Aprile 2011

TARANTO - I numeri sono implacabili e chiari. L’impero economico e sanitario denominato Gruppo San Raffaele, ideato 42 anni fa da Don Luigi Maria Verzè, è piagato di debiti: 901 milioni di euro al 23 marzo 2011 stante il patrimonio netto, certificato nel 2008, di appena 64 milioni. Ammonta a 400 milioni di euro il debito con i fornitori, 575 i giorni di attesa per i pagamenti, 178 milioni i rimborsi per ricoveri e attività ambulatoriali ricevuti dalla Regione Lombardia. Gli avvocati di molti creditori sono pronti a inoltrare nei Tribunali richieste di decreti ingiuntivi a raffica.
Pertanto i nuovi manager del San Raffaele, Carlo Salvatori in primis, hanno deciso di mettere in atto il Piano vendita di beni (trattasi di affari non collegati all’assistenza sanitaria e ricerca scientifica e Università: hotel a 4 stelle, fazendas in Sud America, aerei, una società che si occupa di metano) utile a incassare , entro il 30 aprile 2011, minimo 120 milioni di euro per tranquillizzare banche e fornitori. Ci riusciranno? Difficile dire, visto che gran parte degli immobili e compagini sociali da dismettere risultano in perdita.
Quindi si vocifera l’ipotesi sempre più concreta di liquidare due ospedali: quello in costruzione ad Olbia con 200 posti letto e 150 milioni di euro d’investimento, e l’Hospital Monte Tabor Sao Rafael in Salvador de Bahia dotato di 300 posti letto.
Al vertice del gruppo San Raffaele c’è la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor. Struttura di potere decisionale proprietario ammantata di riservatezza. Si sa che presidente del consiglio di amministrazione è Don Luigi Verzè (91 anni d’età, però afferma sicuro in luogo pubblico che, come il suo sodale Silvio Berlusconi, vivrà almeno fino a 120 anni), vicepresidente Mario Cal (72 anni), Roberto Cusin (71 anni), Ennio Doris (70 anni, presidente di Mediolanum Assicurazioni nonchè socio della famiglia Berlusconi), Laura Ziller (67 anni, responsabile Hospital Monte Tabor Sao Rafael).
Con la Fondazione San Raffaele Monte Tabor il Governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha firmato un accordo per realizzare a Taranto il complesso ospedaliero San Raffaele del Mediterraneo: 120 milioni di euro deliberati dalla Giunta regionale e 90 milioni, in leasing costruendo, che dovrebbero essere a carico della fondazione di Don Luigi Verzè.
A questo punto della sua cronistoria imprenditoriale la Fondazione Monte Tabor, socio della Regione Puglia nel consiglio di amministrazione della Fondazione San Raffaele Mediterraneo, in base a quale capacità monetaria rispetterà gli impegni sottoscritti e inerenti il nuovo ospedale tarantino?
E’ possibile che il presidente Vendola, i suoi consulenti, i suoi assessori regionali– e finanche i compagni dell’agglomerato partitico SEL e i funzionari e agit prop delle fabbriche virtuali di Nichi– non si sono documentati intorno alla situazione contabile in capo a Don Luigi Verzè, già finanziariamente precaria nell’anno 2008? Come fa oggi, aprile 2011, la Regione Puglia a intrattenere rapporti con la Fondazione Centro Monte Tabor di Milano il cui presente e futuro amministrativo è un buco nero in fondo al tram che passa nei dintorni di via Festa del Perdono, Milano?
L’ ospedale avveniristico da costruire nel quartiere Paolo VI della Città dei Due Mari, giorno dopo giorno, precipita in un sogno politico e ospedaliero rattrappito, che fatica ad essere oggetto quasi vero, la cui posa della prima pietra è stata rinviata per ben due volte.
Perchè i 60 milioni di euro (su 120) resi disponibili, ma fermi su conto bancario, per il San Raffaele del Mediterraneo non vengono spesi per la ristrutturazione dei due ospedali pubblici di Taranto, il Moscati e il Santissima Annunziata? Oppure per lenire le sofferenze dei pugliesi a causa della chiusura degli ospedali e taglio dei posti letto e aumento “ticket sulla salute” decretati dal Governatore Vendola, comunista e cattolico (in campagna elettorale dixit: ” Non metterò mai la tassa sul dolore”), e assessori?
Un presidente che da circa 6 anni gestisce una regione come la Puglia, 4 milioni 146 mila abitanti, il quale ultimamente ha dichiarato serio: ” Io mi batto non per far del male a Berlusconi ma per fargli del bene, per liberarlo dalle sue ossessioni, da codici culturali che gli impediscono di rilassarsi e vivere con pienezza la sua umanità”, si legge in “Chi ha paura di Nichi Vendola?” di Elisabetta Ambrosi, Marsilio editore. Liberare Berlusconi da quali ossessioni? Mistero della sinistra partitica ecologica libera e migliore.
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