Il bar anti immigrati (e la suora a 180 all’ora)
Postato in Senza Categoria il 9 aprile, 2011Un paio di lettori mi hanno scritto per via del bar romano che avrebbe messo in vetrina un cartello in cui si vietava l’ingresso ai cani agli immigrati.
Ovvio, se fosse confermato ci sarebbe parecchio da dire, lo so.
Ma ho glissato finora per un paio di motivi.
Il primo è che da nessuna parte, nel comunicato dell’avvocato Giacinto Canzona e quindi delle agenzie che lo hanno ripreso, c’era l’indirizzo del presunto bar: Montesacro è un quartiere popoloso come Monza e bisognerebbe battere strada per strada per verificare se c’è davvero, questo cartello, o almeno se c’è mai stato. Anzi, approfitto per chiedere a qualche lettore della zona, se per caso passa in questo blog, di farci sapere se ha mai visto il messaggio in questione.
Il secondo è che a dettare la notizia all’Ansa è stato appunto l’avvocato Giacinto Canzona, già noto in passato per aver rifilato ai media un bel mix di notizie in forte odor di bufala: una suora fermata a 180 all’ora in autostrada, un pattinatore multato perché pattinava senza patente, un’obesa costretta a pagare un supplemento-ciccia su un volo RyanAir, un gatto che ha ereditato dieci milioni di euro, un prete positivo all’etilometro per colpa del vino da messa, una novizia in topless su Facebook, una ragazza che celebra l’addio al nubilato con uno spogliarellista cubano ma il fidanzato la scopre e fa saltare le nozze, una donna che fa il voto di castità e il marito chiede la separazione con addebito, più Giampiero Galeazzi condannato per aver detto «terrone» al suo portinaio.
Qualcuno in passato era arrivato a paragonare l’avvocato Canzona a Luther Blisset – insomma uno scoperchiatore consapevole dei meccanismi malati dei media.
Boh, può darsi, anche se il giochino non è nuovissimo e di razzismo vero in Italia ce ne sarebbe abbastanza per non farsi venire l’uzzolo di inventarsi quello farlocco.
Al momento, comunque, ogni tentativo di raggiungere l’avvocato Canzona sui suoi numeri di telefono – studio e cellulare – è risultato vano. Mica per altro, ma a Montesacro in moto da casa mia ci arrivo in cinque minuti, e ’sto bar volevo vederlo anch’io.
Ovvio, se fosse confermato ci sarebbe parecchio da dire, lo so.
Ma ho glissato finora per un paio di motivi.
Il primo è che da nessuna parte, nel comunicato dell’avvocato Giacinto Canzona e quindi delle agenzie che lo hanno ripreso, c’era l’indirizzo del presunto bar: Montesacro è un quartiere popoloso come Monza e bisognerebbe battere strada per strada per verificare se c’è davvero, questo cartello, o almeno se c’è mai stato. Anzi, approfitto per chiedere a qualche lettore della zona, se per caso passa in questo blog, di farci sapere se ha mai visto il messaggio in questione.
Il secondo è che a dettare la notizia all’Ansa è stato appunto l’avvocato Giacinto Canzona, già noto in passato per aver rifilato ai media un bel mix di notizie in forte odor di bufala: una suora fermata a 180 all’ora in autostrada, un pattinatore multato perché pattinava senza patente, un’obesa costretta a pagare un supplemento-ciccia su un volo RyanAir, un gatto che ha ereditato dieci milioni di euro, un prete positivo all’etilometro per colpa del vino da messa, una novizia in topless su Facebook, una ragazza che celebra l’addio al nubilato con uno spogliarellista cubano ma il fidanzato la scopre e fa saltare le nozze, una donna che fa il voto di castità e il marito chiede la separazione con addebito, più Giampiero Galeazzi condannato per aver detto «terrone» al suo portinaio.
Qualcuno in passato era arrivato a paragonare l’avvocato Canzona a Luther Blisset – insomma uno scoperchiatore consapevole dei meccanismi malati dei media.
Boh, può darsi, anche se il giochino non è nuovissimo e di razzismo vero in Italia ce ne sarebbe abbastanza per non farsi venire l’uzzolo di inventarsi quello farlocco.
Al momento, comunque, ogni tentativo di raggiungere l’avvocato Canzona sui suoi numeri di telefono – studio e cellulare – è risultato vano. Mica per altro, ma a Montesacro in moto da casa mia ci arrivo in cinque minuti, e ’sto bar volevo vederlo anch’io.
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