Mentre le bombe compiono il loro sporco lavoro in terra d'Africa, sul versante della diplomazia da cittadini e semplici lettori di quotidiani, assistiamo impotenti e affranti alle ultime vicissitudini che, come al solito, ci vedono assumere la classica posizione "all'italiana".
Partita l'iniziativa militare, il nostro Paese non aveva proferito mezza parola di replica.
Nel segno della coerenza della propria politica internazionale e delle proprie scelte "belliche" filo - anlgo-occidentale degli ulimi anni (o decenni) l'Italia ha aderito a "Odissey Dawn" (Odissea all'alba) dando disponibilità delle proprie basi e di mezzi di supporto logistico alle azioni militari in corso.
Nessuna novità. Lo facciamo da sempre.
Ma proprio quando meno te lo aspetti un Frattini qualsiasi, un bel giorno, detta le regole.
"O si da il comando alla Nato o ci sfiliamo".
Tesi supportata anche dal Presidente della Repubblica, Napolitano.
Cosa spinge ad una inversione di rotta così netta nei rapporti con gli Alleati nella gestione di azioni di guerra ? Noi sempre silenziosi e ubbidienti in tante (tutte) altre circostanze, oggi ci ribelliamo e poniamo condizioni ? Le celebrazioni dei 150 anni dalla Unità di Italia hanno rispolverato un nazionalismo creduto morto sotto le ceberi del Ventennio ?
Sicuramente no.
Le ragioni stanno nel senso e nella natura dei nostri rapporti con la Libia e con Gheddafi.
Proviamo solo a salvare il salvabile.
Per quanto il Rais africano sia un dittatore feroce al potere da oltre 40 anni e che (se avesse una coscienza) porta il peso di migliaia di morti, è un potente interlocutore socio d'affari per l'Italia. Un trattato di amicizia (?) e finanziario firmato non più tardi di tre anni fa ci impegna a versare 5 miliardi di euro in 25 anni (mentre nulla è previsto di quello che dovrebbe Gheddafi all'Italia per la nazionalizzazione effettuata in danno degli imprenditori italiani che avevano investito in Libia, prima del colpo di Stato del '69). Gheddafi è (era) in affari in Italia con ampi settori del gotha finanziario nazionale.
Investimenti e partecipazioni azionarie per svariate centinaia di milioni di euro.
E poi il gas.
E poi il petrolio.
Un Paese ridotto ad essere succube di un potentissimo uomo d'affari, fissato con botulino e belle donne. Ovunque colto come un impresentabile, inguardabile e imbarazzante soggetto, tranne che (sinora) per il suo stesso popolo.
Ovviamente si parla sempre di Gheddafi. Si intende.
O no ?
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