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lunedì 28 marzo 2011

Il sonno nella melma

Ha fatto molto clamore la vicenda della finta "terremotata" aquilana comparsa lo scorso 25 marzo a Forum,  tribunale televisivo e storico programma di Canale 5 in onda ormai da oltre 25 anni.
La storia è ormai nota.
La causa è quella tra moglie e marito : Marina e Gualtiero.
Abruzzesi, aquilani e separati 
Lei ha dovuto chiudere l'attività di abiti da sposa e chiede al coniuge 25 mila euro per rilanciarla.
Lui rifiuta, dice che L'Aquila è distrutta e che sarebbe un investimento fallimentare.
Marina dice che tutte la attività hanno riaperto lodando a dovere Berlusconi per la rinascita della città dove ormai tutti "hanno la casa coi giardini e coi garage".
E poi il colpo di grazia.
 "Dentro gli hotel - dice Marina - sono rimasti in tre, quattrocento. E gli fa pure comodo. Mangiano, bevono e non pagano niente, pure io ci vorrei andare".
Apriti cielo e polemiche a non finire.
Migliaia di commenti scandalizzati sui siti internet di informazione.
Insomma l'ennesima (imbarazzante) butade sulla infomazione pilotata, sul conflitto di interesse, sulla ennesima falsità propinata ad arte dalle reti Mediaset per manipolare la realtà.
Una figuraccia insomma.
Di pari per entità solo rispetto alla meravigliosa "inchiesta"gionalistica del programma Mattino 5 e del grande Brachino ai danni del giudice Mesiano che, per aver osato condannare il Premier ad un risarcimento milionario (750 milioni di euro) per la vicenda del Lodo Mondadori ,doveva passare per uno un pò fuori di testa.
Venne pedinato (telecamere al seguito) venendo inchiodato nella sua anomalia psico-somatica dal fatto di aver indossato dei calzini color turchese.
In serata, altra bella notizia.
Si viene a sapere che in comissione di Vigilanza Rai è stato presentato un emendamento Pdl - Lega con cui in occasione delle prossime elezioni ammnistrative del 15 e 16 maggio, si vuole equiparare i programmi di informazione (Annozero, Ballarò, Porta a Porta) a delle tribune politiche.
Ciò significherebbe che per poter andare in onda sotto le elezioni questi programmi dovrebbero ospitare tutti i candidati sindaci della competizione elettorale.
Snaturando così facendo i programmi in questione e quindi costringendoli a preferire la temporanea chiusura piuttosto che affrontare una insensata e distorta messa in onda
Esattamente come si fece clamorosamente un anno fa in occasione delle elezioni regionali.
Due casi che rappresentano alla perfezione lo stato di sudditanza della televisione italiana.
Stesa alle esigenze di uno solo che decide ciò che si può dire (L'Aquila  rinata e fiorita dalle macerie del terremoto) e cosa non dire (durante le prossime amministrative).
Mentre agli osservatori non rimane che la scelta dell'aspetto più scandaloso.
Il fatto che ciò sia ancora possibile o il cronico stato di indifferenza della gente.
Di un Paese dormiente ed ormai apatico praticamente a tutto.
Affoghiamo nella melma, (e ho detto melma) ma serenamente. Placidi.
E con la incoraggiante consolazione che andiamo a  fondo, ma non ce ne accorgiamo.  

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