IMPOSSIBILE ACCOGLIERLI TUTTI
Intervista a Gian Antonio Stella - 30 Marzo 2011
Vergognoso che la Francia non voglia farsi carico dell'emergenza. L'Italia non può farcela. Questo è un problema europeo. I profughi vanno accolti e spartiti col resto d'Europa
A Lampedusa la situazione è insostenibile. Barconi di nordafricani continuano ad arrivare sulle nostre coste. E l'Europa ci chiude la porta in faccia. Abbiamo sentito Gian Antonio Stella, giornalista e scrittore.
Politica spaccata sul fronte Lampedusa. Bossi tuona: "Fora dai ball". E' il gioco delle parti?
Ognuno in politica fa sempre il proprio gioco, solo che c'è modo e modo di farlo. E' assolutamente normale che ognuno in politica faccia il proprio gioco, non è normale, ed è pericoloso, fare il proprio gioco in maniera volgare così come la sta facendo su questo punto Umberto Bossi. Io credo che noi non possiamo accogliere tutti, perfino un uomo santo come Enzo Bianchi, il priore della comunità di Bose, dice che noi non possiamo accogliere tutti. Non c'è niente da fare, non è possibile. Se vogliamo possiamo aggiungere la parola "purtroppo". Ecco: "purtroppo non possiamo accogliere tutti". Ma così è. Però c'è un solo modo per gestire situazioni complicate come queste in maniera seria, stare alla larga dal razzismo. Tu puoi anche respingere gli immigrati che non siano profughi per motivi politici e che non rischino la pelle tornando in patria. Tanto per capirci: i profughi dell'Eritrea non è che noi magnanimamente possiamo concedergli di restare. Loro hanno diritto per legge a restare, non è Maroni che glielo concede, loro hanno diritto per legge a restare, lo dice la Costituzione, lo dicono le convenzioni internazionali. Punto. Detto questo, tu puoi anche decidere, perché purtroppo non è possibile far diversamente, di respingere gli immigrati. Però lo puoi fare solo se non gli dici "torna indietro brutto negro", o se non gli dici "non vogliamo Bingo Bongo". Mi spiego?
La Francia, che per prima ha attaccato la Libia, adesso alza le barricate contro gli immigrati. Per paura che arrivino dall'Italia hanno mandato l'esercito a Ventimiglia. Cosa ne pensa?
Allora, fermo restando che secondo me tutta l'Europa deve farsi carico di questa cosa e quindi anche la Francia deve farsene carico, ed è vergognoso che la Francia non se ne faccia carico, c'è però una differenza che non è piccola. La Francia ha avuto ministri di colore, la Francia ha avuto ministri arabi, la Francia ha un Presidente (Sarkozy ndr) figlio di un immigrato. Dunque, è una situazione diversa. È per quello che io dico che è indispensabile usare le parole giuste, mai come in questo caso.
Gli italiani emigravano, un secolo fa, in modo massiccio. C'è qualcosa in comune fra la nostra emigrazione e questi sbarchi?
Assolutamente sì. L'unica differenza, ma davvero l'unica, è che i nostri, neppure una minoranza dei nostri migranti, ha esportato terrorismo religioso, e qui invece il rischio che ci sia qualche terrorista religioso c'è. Bisogna anche dire che noi abbiamo esportato la mafia, la camorra, la 'ndrangheta e quindi non è che abbiamo esportato soltanto persone perbene. La stragrande maggioranza degli italiani erano perbene ma non abbiamo esportato solo persone perbene. Gli italiani hanno cominciato ad emigrare negli Stati Uniti negli anni Settanta dell'Ottocento e sono emigrati soprattutto fino alla Prima guerra mondiale. Poi c'è stata un'ondata anche successiva alla Prima guerra mondiale e poi praticamente le emigrazioni negli Stati Uniti sono non dico cessate, ma sicuramente calate molto con il Fascismo. Questo perché il fascismo non voleva che gli italiani se ne andassero, perché dava l'idea che l'Italia non stesse bene. Il concetto era: più emigranti se ne vanno dal loro paese più l'immagine è che in quel paese non si mangia, per questo i fascisti cercavano di contenere la spinta emigratoria.
Ma tornando a quanto dicevamo, nei decenni in cui c'è stato un'enorme emigrazione italiana negli Stati Uniti, ricordiamoci che New York è stata a lungo la città con più abitanti italiani, quando noi emigravamo la situazione era grossomodo uguale. Fuggivamo da un paese miserabile e andavamo a cercare condizioni di vita migliori. L'idea che lì ci fosse lavoro per tutti è una cazzata che viene ripetuta spesso, come pappagalli, da tutti quelli che non avevano mai letto un libro sull'emigrazione italiana. Se leggessero qualcosa, consiglio almeno i reportage di Eugenio Balzan dal Canada. Balzan racconta che i giornali canadesi scrivevano "cosa diavolo vengono a fare qua gli italiani se non c'è lavoro neanche per i canadesi, e i canadesi se ne vanno, emigrano in Brasile? E di esempi come questi potrei farne a decine. Non è vero che noi emigravamo soltanto dove c'era lavoro, la realtà è che da che mondo è mondo si va dove c'è cibo.
Il rapporto sull'emigrazione dell'ottobre - novembre 2009 diceva che un africano che raggiunge il mondo occidentale migliora mediamente di 16 volte il proprio reddito e abbatte mediamente di 15 volte la mortalità infantile dei propri figli. Davanti a dati come questi non è che puoi fermare chi arriva dall'Africa erigendo dei muri. Li fermi soltanto se dai l'opportunità all'Africa di crescere. L'Africa fino a alcuni decenni fa aveva un reddito pro capite addirittura più alto della Corea. Si è visto adesso qual è la situazione: l'Africa è precipitata e la Corea del Sud è un paese ricco. Ciò vuol dire che è una questione di investimenti, di credere nelle cose, nel dare fiducia, nel cambiare e soprattutto nel cambiare le regole del commercio internazionale. Se noi mettiamo dei dazi sull'Africa che arrivano, come diceva Kofi Hannan, all'834%, è chiaro che tu impedisci all'Africa di svilupparsi. Ed è chiaro che davanti ai numeri che dicevo prima, chiunque verrebbe via: se Calderoli fosse africano verrebbe via, se Bossi fosse africano verrebbe via!
Come giudica il modo in cui sta operando il governo italiano
Mi pare incasinatissimo, mi pare molto confuso. La cosa fondamentale secondo me è capire che tu non puoi mandare indietro nessuno, lo dico oggi come lo dicevo ieri come lo dicevo l'altro ieri. Tu non devi mandare indietro nessuno se non hai la certezza che non sia un profugo politico, perché qui ci sono delle leggi precise che negano questa eventualità. La legge dice che se uno è un profugo ha diritto all'asilo. Certo se scappa "soltanto" dalla miseria certo tu devi fare delle scelte. Però sul piano dei profughi teoricamente voglio dire tutti i profughi che vengono, vanno spartiti con l'Europa, ma vanno accolti.
Politica spaccata sul fronte Lampedusa. Bossi tuona: "Fora dai ball". E' il gioco delle parti?
Ognuno in politica fa sempre il proprio gioco, solo che c'è modo e modo di farlo. E' assolutamente normale che ognuno in politica faccia il proprio gioco, non è normale, ed è pericoloso, fare il proprio gioco in maniera volgare così come la sta facendo su questo punto Umberto Bossi. Io credo che noi non possiamo accogliere tutti, perfino un uomo santo come Enzo Bianchi, il priore della comunità di Bose, dice che noi non possiamo accogliere tutti. Non c'è niente da fare, non è possibile. Se vogliamo possiamo aggiungere la parola "purtroppo". Ecco: "purtroppo non possiamo accogliere tutti". Ma così è. Però c'è un solo modo per gestire situazioni complicate come queste in maniera seria, stare alla larga dal razzismo. Tu puoi anche respingere gli immigrati che non siano profughi per motivi politici e che non rischino la pelle tornando in patria. Tanto per capirci: i profughi dell'Eritrea non è che noi magnanimamente possiamo concedergli di restare. Loro hanno diritto per legge a restare, non è Maroni che glielo concede, loro hanno diritto per legge a restare, lo dice la Costituzione, lo dicono le convenzioni internazionali. Punto. Detto questo, tu puoi anche decidere, perché purtroppo non è possibile far diversamente, di respingere gli immigrati. Però lo puoi fare solo se non gli dici "torna indietro brutto negro", o se non gli dici "non vogliamo Bingo Bongo". Mi spiego?
La Francia, che per prima ha attaccato la Libia, adesso alza le barricate contro gli immigrati. Per paura che arrivino dall'Italia hanno mandato l'esercito a Ventimiglia. Cosa ne pensa?
Allora, fermo restando che secondo me tutta l'Europa deve farsi carico di questa cosa e quindi anche la Francia deve farsene carico, ed è vergognoso che la Francia non se ne faccia carico, c'è però una differenza che non è piccola. La Francia ha avuto ministri di colore, la Francia ha avuto ministri arabi, la Francia ha un Presidente (Sarkozy ndr) figlio di un immigrato. Dunque, è una situazione diversa. È per quello che io dico che è indispensabile usare le parole giuste, mai come in questo caso.
Gli italiani emigravano, un secolo fa, in modo massiccio. C'è qualcosa in comune fra la nostra emigrazione e questi sbarchi?
Assolutamente sì. L'unica differenza, ma davvero l'unica, è che i nostri, neppure una minoranza dei nostri migranti, ha esportato terrorismo religioso, e qui invece il rischio che ci sia qualche terrorista religioso c'è. Bisogna anche dire che noi abbiamo esportato la mafia, la camorra, la 'ndrangheta e quindi non è che abbiamo esportato soltanto persone perbene. La stragrande maggioranza degli italiani erano perbene ma non abbiamo esportato solo persone perbene. Gli italiani hanno cominciato ad emigrare negli Stati Uniti negli anni Settanta dell'Ottocento e sono emigrati soprattutto fino alla Prima guerra mondiale. Poi c'è stata un'ondata anche successiva alla Prima guerra mondiale e poi praticamente le emigrazioni negli Stati Uniti sono non dico cessate, ma sicuramente calate molto con il Fascismo. Questo perché il fascismo non voleva che gli italiani se ne andassero, perché dava l'idea che l'Italia non stesse bene. Il concetto era: più emigranti se ne vanno dal loro paese più l'immagine è che in quel paese non si mangia, per questo i fascisti cercavano di contenere la spinta emigratoria.
Ma tornando a quanto dicevamo, nei decenni in cui c'è stato un'enorme emigrazione italiana negli Stati Uniti, ricordiamoci che New York è stata a lungo la città con più abitanti italiani, quando noi emigravamo la situazione era grossomodo uguale. Fuggivamo da un paese miserabile e andavamo a cercare condizioni di vita migliori. L'idea che lì ci fosse lavoro per tutti è una cazzata che viene ripetuta spesso, come pappagalli, da tutti quelli che non avevano mai letto un libro sull'emigrazione italiana. Se leggessero qualcosa, consiglio almeno i reportage di Eugenio Balzan dal Canada. Balzan racconta che i giornali canadesi scrivevano "cosa diavolo vengono a fare qua gli italiani se non c'è lavoro neanche per i canadesi, e i canadesi se ne vanno, emigrano in Brasile? E di esempi come questi potrei farne a decine. Non è vero che noi emigravamo soltanto dove c'era lavoro, la realtà è che da che mondo è mondo si va dove c'è cibo.
Il rapporto sull'emigrazione dell'ottobre - novembre 2009 diceva che un africano che raggiunge il mondo occidentale migliora mediamente di 16 volte il proprio reddito e abbatte mediamente di 15 volte la mortalità infantile dei propri figli. Davanti a dati come questi non è che puoi fermare chi arriva dall'Africa erigendo dei muri. Li fermi soltanto se dai l'opportunità all'Africa di crescere. L'Africa fino a alcuni decenni fa aveva un reddito pro capite addirittura più alto della Corea. Si è visto adesso qual è la situazione: l'Africa è precipitata e la Corea del Sud è un paese ricco. Ciò vuol dire che è una questione di investimenti, di credere nelle cose, nel dare fiducia, nel cambiare e soprattutto nel cambiare le regole del commercio internazionale. Se noi mettiamo dei dazi sull'Africa che arrivano, come diceva Kofi Hannan, all'834%, è chiaro che tu impedisci all'Africa di svilupparsi. Ed è chiaro che davanti ai numeri che dicevo prima, chiunque verrebbe via: se Calderoli fosse africano verrebbe via, se Bossi fosse africano verrebbe via!
Come giudica il modo in cui sta operando il governo italiano
Mi pare incasinatissimo, mi pare molto confuso. La cosa fondamentale secondo me è capire che tu non puoi mandare indietro nessuno, lo dico oggi come lo dicevo ieri come lo dicevo l'altro ieri. Tu non devi mandare indietro nessuno se non hai la certezza che non sia un profugo politico, perché qui ci sono delle leggi precise che negano questa eventualità. La legge dice che se uno è un profugo ha diritto all'asilo. Certo se scappa "soltanto" dalla miseria certo tu devi fare delle scelte. Però sul piano dei profughi teoricamente voglio dire tutti i profughi che vengono, vanno spartiti con l'Europa, ma vanno accolti.
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